#86

Preludio alla distruzione

di Carlo Monni e Fabio Furlanetto

 

 

Tokyo, Giappone

Fujikawa Tower

 

A quest’ora gli uffici sono già chiusi, e non considerando gli addetti alla sicurezza l’edificio è pressoché deserto. Le telecamere riprendono solo stanze vuote, perché nessuno ha pensato di inquadrare la finestra del trentesimo piano.

L’uomo vestito di rosso scuro non ha molti problemi ad entrare, tagliando con estrema cura il vetro. Si muove tra le ombre, invisibile agli occhi elettronici che sorvegliano questo tempio della modernità, sino a raggiungere il laboratorio.

Si muove con un’agilità al limite del sovrumano per evitare i sensori laser; è così rapido che i rilevatori di peso nascosti sotto il pavimento non hanno il tempo di registrare la sua presenza.

Avvicina la mano al lettore di impronte digitali, senza toccarlo, e la serratura della cassaforte scatta. Senza attendere altro tempo, l’uomo vestito di rosso la apre. Dietro la maschera, i suoi occhi si spalancano per la sorpresa.

L’Amplificatore Neurale è dove dovrebbe essere ma seduta a gambe incrociate sopra al dispositivo, non più grande di un centimetro, c’è una donna in costume. Che gli scatta una foto con il proprio Starkphone.

-Questa va dritta sul mio profilo. Dovresti vedere che faccia hai fatto!

L’uomo vestito di rosso fa un passo indietro, facendo scattare l’allarme. Un bio-pungiglione proprio in mezzo agli occhi lo disorienta ulteriormente.

-Per essere un ninja sei piuttosto imbranato. E poi non dovresti vestirti di nero?

Istintivamente, il ninja estrae la propria spada e cerca di colpire la donna piccola quanto una vespa. Più facile a dirsi che a farsi, perché Wasp vola molto più velocemente di un normale insetto. Un uomo normale troverebbe la situazione frustrante, ma il ninja ha una missione. Afferra l’Amplificatore Neurale dalla cassaforte, gettando a terra una capsula che esplode riempiendo di fumo scuro il laboratorio.

Corre quindi verso la finestra, saltando nel vuoto senza curarsi del vetro che gli taglia la pelle o della caduta di trenta piani: la missione ha la priorità su qualunque cosa.

Prima che possa usare il proprio rampino per rallentare la caduta, un braccio invisibile lo afferra per il cappuccio. Istintivamente il ninja estrae un coltello per colpire allo stomaco chi l’ha afferrato, ma l’unico risultato è il rumore di metallo che si spezza.

<<Non capisco come fa gente come Devil o Wolverine ad avere così tanti problemi con quelli come te>> lo schernisce Iron Man in giapponese. L’armatura stealth diventa nuovamente visibile quando gli stivali-razzo accelerano, portando il Vendicatore in armatura ed il suo prigioniero sul tetto.

<<Ora hai intenzione di spiegarmi l’improvviso interesse della Mano per i furti di alta tecnologia?>>

Senza dire nemmeno una parola, il ninja si conficca il coltello nello stomaco. Il suo corpo si trasmuta in una nuvola di cenere e morte, che i sensori dell’armatura non riescono minimamente a comprendere.

Quando l’Amplificatore Neurale cade sul tetto, del ninja non rimane più niente.

-Wow. Ne conosco di metodi per evitare una conversazione spiacevole, ma questo mi sembra un po’ esagerato.

Iron Man rivolge un’occhiata di disappunto verso Wasp, che dopo averlo raggiunto sul tetto è già concentrata sullo Starkphone.

<<Il piano era lasciargli rubare l’amplificatore e seguirlo di nascosto, Janet, senza fargli scoprire che i Vendicatori gli stavano addosso. Ti spiace staccare gli occhi per un attimo dal sito del tuo fan club e spiegarmi cosa ti è saltato in mente?>>

-Veramente sono sul profilo Twitter di Ercole. Sembra che la Valchiria voglia unirsi al gruppo… chiunque sia la Valchiria.

<<Non mi interessa cosa scrive… aspetta, Ercole è su Twitter?>>

-@inveroErcole. Ha più followers di Tony Stark. In quanto al tuo ninja...

Wasp lancia qualcosa verso Iron Man, che lo afferra al volo. Qualcosa di metallico, non più grande di una chiave USB.

-Ha usato questo per aprire la cassaforte. Ho pensato che potessi usarlo come indizio, così gliel’ho rubato mentre pensava di avermi accecata con quella bomba fumogena.

Sotto l’armatura, Tony Stark deve ammettere controvoglia che è un piano migliore del suo.

 

 

New York City, Stati Uniti d’America

Base dei Vendicatori

 

Ti chiami Elizabeth Mace. Sei Capitan America e sei un Vendicatore. Anche se ti sei allenata tutta la vita per esserlo, hai ereditato l’identità di tuo fratello Jeff soltanto da pochissimo tempo, ed una parte di te non riesce ancora a crederci.

Ti sembra di essere entrata davvero nella leggenda... cosa abbastanza semplice, visto che di fianco a te si trova una donna che dovrebbe esistere solo nella mitologia. Sei sicura di aver sentito parlare di lei, in passato, anche se con tutti i super-eroi di New York è facile farsene scappare qualcuno.

Se è nervosa quanto lo saresti tu nella sua situazione, lo nasconde meglio di quanto sia umanamente possibile. Non ti ha ancora rivolto la parola; l’unico riconoscimento della tua presenza è stato un rispettoso cenno della testa.

Detesti essere quella che rompe il ghiaccio, ma questo silenzio è davvero imbarazzante.

-Valchiria. Eri nei Difensori, giusto? Sembra che saremo compagne di squadra.

-Invero.

Nient’altro. Come si fa ad attaccare bottone con un’immortale guerriera che aiuta le anime dei guerrieri caduti ad ascendere al Valhalla?

-Bella spada – tenti, ammirando l’arma dorata agganciata alla sua cintura. Talmente perfetta da sembrare un pezzo da museo.

-Dragonfang, forgiata dal mistico Kahji-Da dalla zanna di un drago primordiale – risponde la Valchiria; dal tono disinteressato, potrebbe averti dato l’ora esatta. Le stai antipatica o è sempre così seria?

Finalmente la porta si apre, e Scarlet si avvicina sorridendo riportando un po’ di umanità nella stanza. Di tutti i Vendicatori, sembra essere la più a suo agio con la tua presenza nel gruppo... come se sapesse più di quanto non voglia rivelare.

-Congratulazioni, Capitano, da questo momento sei ufficialmente un membro in prova dei Vendicatori – dice porgendoti quella che sembra una carta di credito. Ora stringi tra le mani la tua Communicard, con la tua foto e la firma del Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

-Sarà un onore combattere al vostro fianco, valenti guerriere.

-A dire la verità, Valchiria, con il resto del gruppo in missione non abbiamo ancora avuto il tempo di ufficializzare la tua posizione – si scusa Scarlet.

-Ma a chi interessano queste banali formalità?- interviene Ercole; non ti sei nemmeno accorta del suo arrivo fino a quando non hai sentito la sua voce rimbombare tra le pareti -Quel che conta e che i veri guerrieri si riconoscono tra loro e se nessuno ha mai dubitato che l’amabile Brunhilde abbia la tempra del guerriero, oggi nessuno può più mettere in dubbio il tuo valore o Capitan America: il racconto delle tue recenti gesta contro la perfida Superia[1] meriterebbero di essere tramandate dai bardi.

Devi ammetterlo: sei imbarazzata, ma cerchi di non darlo a vedere. Ma sul serio Ercole ha dato dell’amabile alla Valchiria? Ci vuole davvero una bella faccia tosta.

-Che ne dite di una sessione di allenamento?- propone –Voi due donzelle contro il prode Ercole da solo o trovate che sia una lotta impari? Forse la dolce Scarlet vuole unirsi a loro per riequilibrare le forze?

Scarlet sorride.

-Beh...- risponde -… sarà un piacere per me.

Ne sei sempre più convinta; Ercole ama fare lo sbruffone, andrebbe ridimensionato… ma forse il tuo giudizio è influenzato dalla reazione di Occhio di Falco quando Ercole si è presentato qualche giorno fa.[2] Ti fidi del giudizio di Occhio di Falco, forse perché è stato il primo a darti fiducia,[3] ma non vuoi farti influenzare, in fondo, da quel che ne sai, Ercole è un tipo a posto.

 

 

Università Imperiale di Tokyo

 

Risalire la pista è stato abbastanza semplice. È bastato fare un elenco delle casseforti elettroniche dello stesso modello utilizzato alla Fujikawa Tower e cercare qualche strana coincidenza.

Per esempio, oggi all’Università di Tokyo si tiene un simposio sull’esplorazione spaziale in cui si presenta un prototipo sperimentale di generatore antigravità...  i cui piani sono custoditi in una di quelle casseforti. Iron Man non si sarebbe mai sognato che una cosa simile potesse interessare alla Mano, ma sa riconoscere una coincidenza sospetta quando la vede.

-Lo sai qual è uno dei vantaggi nel perdere la memoria degli ultimi dieci anni? Non devo ricordarmi nessuna delle noiosissime conferenze in cui deve avermi trascinata Hank. Che ne pensi del vestito?

È una fortuna che il casco non renda così tanto ovvia la reazione di Iron Man quando esamina da capo a piedi Janet Van Dyne.

<<Jan, è un simposio, non una cena di gala. La Mano sa che gli stiamo addosso, quindi attaccheranno il prima possibile>>

-Non preoccuparti, è un abito da sera in molecole instabili. Posso rimpicciolirmi ed attaccare quando voglio.

<<Forse hai ragione. ma non posso rendere l’armatura invisibile per più di pochi secondi, e dubito che mi lasceranno entrare vestito così>>

-Stai dicendo che non ti fidi a lasciarmi sola a combattere una squadra di ninja? Molto dolce, ma dovresti smetterla di trattarmi con i guanti. Forse non sono la Janet che ha guidato i Vendicatori, ma sono ancora quella che li ha fondati.

<<Lo so, c’ero anch’io>> commenta Iron Man, mordendosi immediatamente la lingua.

Janet solleva un sopracciglio.

-Davvero? Perché i giornali dicono che non sei l’Iron Man originale. Guarda che ho capito che non mi hai portata in Giappone senza gli altri Vendicatori solo per indagare sulla Mano. Si può sapere qual è il tuo gioco?

<<Non è così che volevo che andasse, ma è inutile continuare a fingere>> risponde Iron Man, guardandosi attorno con estrema cura portando al massimo la sensibilità dell’armatura. Non c’è nessuno nel cortile del campus dove si trovano.

Si toglie il casco. Il resto dell’armatura si apre da sola, smontandosi autonomamente per riporsi automaticamente in un angolo, dove un generatore olografico sostituisce la massa di metallo con un cestino della spazzatura. C’è un silenzio imbarazzante.

-Tony Stark. Dopo tutto questo tempo...sei Tony Stark!?

Tony non sa cosa dire. Prima dell’amnesia Janet conosceva la sua identità segreta e non l’ha mai rivelata a nessuno, quindi la sua preoccupazione è diversa. C’è una possibilità che una rivelazione di questa portata le stimoli la memoria.

Janet sorride, afferrando Tony per il braccio.

-Devi assolutamente offrirmi qualcosa da bere.

 

 

Base dei Vendicatori

 

Ercole fa un cenno con la mano, esortando:

-Vogliamo cominciare?

-Quali sono le regole?- chiede Capitan America.

-Mettere Ercole con la schiena a terra usando tutti i mezzi a nostra disposizione.- spiega Scarlet –Sono ammessi tutti i colpi…- getta lo sguardo allo scudo di Cap ed alla spada della Valchiria -… e armi.

-Bene, mi basta.- Liz Mace  salta contro Ercole e cerca di afferrarlo al collo con le gambe ma lui le  afferra un piede sbilanciandola e la sbatte contro la Valchiria.

Solo l’allenamento della ragazza le permette di rallentare la sua parabola ed evitare all’ultimo momento l’Asgardiana, che si precipita contro Ercole gridando:

-Per Odino!

La Valchiria, tenendo la lama di piatto, colpisce Ercole, che barcolla.

-Non  sai fare di meglio?- le chiede ridendo.

Brunhilde prova a vibrare un altro colpo ma il dio della Forza l’afferra per i polsi e la scaglia contro Cap che sta arrivando.

Liz alza istintivamente lo scudo ed è solo il fisico superumano della Valchiria che le permette di uscire senza danni dallo scontro con quell’oggetto indistruttibile, quanto alla nuova Capitan America, la forza dell’impatto l’ha fatta cadere poco lontano.

-Questo… questo è indegno di una figlia di Asgard.- borbotta la Valchiria mentre Ercole ride divertito.

-Così non va… non va proprio.- commenta Scarlet scuotendo la testa –Siete brave combattenti e si vede, ma vi manca la coordinazione, la capacità di combattere insieme. Se aveste agito insieme, usato una strategia comune, avreste potuto anche impensierire Ercole… per un po’.

-Chi pensi di essere, donna, per parlare così a una delle accompagnatrici degli uccisi?- sbotta Brunhilde.

-Solo uno dei Vendicatori veterani.- replica Wanda –E tu… devi imparare che questo gruppo non è come i Difensori, i Vendicatori seguono una loro disciplina, mi sorprende che tu, che secondo le leggende eri la guida delle valchirie, non lo capisca.

La Valchiria sbuffa, poi stringe le labbra ed abbassa le braccia lungo i fianchi.

-E tu, Cap….- continua Wanda -… tu dovresti comprendere bene il valore della cooperazione, dopotutto quando eri American Dream hai partecipato ad azioni di gruppo.

Liz abbassa la testa. Bel modo di passare li ultimi tre giorni di licenza che le restano. Poteva restare a Boston con la sua famiglia e Marty Mitchell, no… doveva venire a New York dai Vendicatori.

Ma a ferirla davvero è il fatto che Scarlet ha ragione.

-Pronte per una nuova sessione?- chiede Scarlet con un sorriso.

-Possiamo aspettare qualche minuto?- chiede Ercole vorrei parlare con la dolce Janet tramite la messaggeria del cinguettio.

Vuol dire Twitter? Un dio mitologico di almeno 5000 anni, o almeno è quel che dice di essere, ha un profilo Twitter? Questo sì che è incredibile, pensa Liz.

 

 

Università Imperiale di Tokyo

 

Per fortuna Tony Stark è un uomo previdente ed in una tasca della sua armatura ha un intero cambio d’abito miniaturizzato. Gli ci sono voluti solo pochi minuti per essere impeccabile e varcare i portoni della prestigiosa sede universitaria al fianco di Janet Van Dyne che al suo ingresso nel salone attira subito su di sé gli sguardi dei presenti… di quelli che non badano a Tony Stark perlomeno. Ovviamente Tony ha un invito per sé e la donna che lo accompagna.

Gli incontri sono interessanti, almeno per Tony, che dell’ingegneria aerospaziale ha fatto uno dei suoi punti di forza da quando ha smesso di progettare e costruire armi, ma capisce che Janet possa annoiarsi anche se non lo dà a vedere… non troppo almeno.

Per fortuna che tra un incontro e l’altro c’è la possibilità di una pausa buffet.

Tony e Janet si siedono ad un tavolo e Tony ordina dell’acqua minerale, Janet del sakè.

-Spero che non ti spiaccia.- dice a Tony.

-No, di certo.- risponde lui, io non posso bere alcolici ma non mi sogno di vietarlo agli altri. Parliamo di te… come va con Ercole?

-Benissimo perché?

-Non fraintendermi, Jan… Ercole è un amico ma… non è esattamente… beh, affidabile quando si tratta di donne… basta sfogliare un libro di mitologia per rendersene conto. Non voglio che ti faccia soffrire solo perché in questo momento sei vulnerabile per via della tua amnesia e l’aver scoperto che la tua relazione con Hank è finita da anni.[4]

Janet tace ma quando rialza la testa i suoi occhi esprimono decisamente rabbia e Tony non può fare a meno di ricordare un certo verso sulle donne.[5]

-Ma chi ti credi di essere tu per dire una cosa simile? Tu che non hai avuto scrupoli a fare la stessa cosa che ora rimproveri ad Ercole subito dopo il mio divorzio da Hank?[6]

Tony diventa rosso come un peperone mentre ricorda un periodo della sua vita in cui ha fatto cose di cui non è orgoglioso… come corteggiare l’ex  moglie di un amico mentre lui era in carcere e non dirle che in realtà lui era uno dei suoi compagni nei Vendicatori.

-Ma… ma tu come… lo sai?- balbetta.

-Andiamo… ho fatto una ricerca su internet per sapere qualcosa su quello che era successo negli anni che ho “perduto”, ti aspettavi davvero che non lo scoprissi? Eravamo sulla copertina di tutte le riviste di gossip e poi di botto tutto finito e tu cominci ad uscire con una nuova fiamma. Ora vorresti darmi lezioni di morale, ma con quale diritto? Non sono la scioccherella che tu e gli altri pensate che sia, sono una donna adulta. Non ho bisogno della protezione tua o di altri e so prendere le mie decisioni da sola, quindi non impicciarti di affari che non ti riguardano se non ti spiace.

Tony non ha nulla da ribattere se non…

-Mi dispiace, hai ragione. Non sono l’uomo adatto a dar consigli di comportamento a chiunque.- si alza in piedi –Ora credo che andrò a dare un’occhiata più da vicino al generatore gravitazionale e vedere se le misure di sicurezza sono appropriate.

Janet lo osserva allontanarsi. Appoggia un gomito sul tavolo e la testa sul pugno, tenendo il broncio: perché le cose non sono più semplici come una volta? I suoi pensieri vengono interrotti dal beep dello Starkphone.

@inveroErcole> Sei sempre nei miei pensieri, o leggiadra donzella alata.

@winsomeWasp> Iron Man è davvero una testa di ferro!

@inveroErcole> Devo spaccargliela?

@winsomeWasp> Lascia perdere. Come vanno le cose alla base?

@inveroErcole> Insegno a due guerriere nate cos’è il lavoro di squadra. Nessuna di loro vuole uscire per brindare ai Vendicatori. Capitan America non beve in servizio e la Valchiria ha detto che preferirebbe brindare con il suo cavallo.

@winsomeWasp> Lo sai chi è Iron Man?

@inveroErcole> Qualcuno che ha appena scatenato l’ira di una donna, direi.

@winsomeWasp> È solo che

@winsomeWasp> Lascia perdere.

@inveroErcole> Va tutto bene, Janet?

-Janet? Janet Van Dyne? – interviene una voce che la fa staccare dallo schermo del telefono. Un uomo le si è avvicinato sorridendo, porgendo la mano per stringergliela. Janet non lo riconosce.

-Dottor Peter Corbeau. Ci siamo incontrati sullo Starcore dopo l’invasione aliena.

-Dovrà essere più preciso, dottor Corbeau. Ho combattuto parecchi alieni...o così mi dicono – risponde Janet, stringendo la mano.

Corbeau sembra uscito da un film anni 50. Avrebbe interpretato la parte dell’audace esploratore spaziale ed avrebbe fumato la pipa.

-Non è qui per questo, vero? Non stanno per attaccarci gli alieni? Perché sono appena tornato sulla Terra dopo due anni di missione e non mi va di avere già a che fare con gli alieni.

-Missione? Cos’è, una specie di astronauta?

Un altro beep, un altro messaggio. Janet si rende conto di non aver ancora lasciato andare la mano di Corbeau e si affretta a recuperare il telefono per leggere il messaggio.

@inveroErcole> Se vuoi possiamo parlarne.

-Astronauta, scienziato, premio Nobel... una vita piuttosto noiosa per una super-eroina, immagino.

@winsomeWasp> Devo andare. Ninja.

-Nient’affatto, dottor Corbeau. Che cosa la porta in Giappone?

-Mi chiami Peter.

 

 

Da qualche altra parte

 

Matsu’o Tsurayaba si guarda la mano artificiale che porta da quando il maledetto Wolverine gli ha staccato la sua. Poco importa che la nuova mano cyborg sia molto efficiente e possieda anche altre qualità decisamente utili, la rabbia che prova verso coloro che l’hanno ostacolato lo sta consumando, ma se il progetto a cui sta lavorando da tempo funziona… beh le cose cambieranno.

-Tsurayaba san…-

L’uomo che indossa un lungo saio rosso ed il cui volto è coperto da un cappuccio coglie. Matsu’o di sorpresa. Per quel che li paga questi tizi della Mano potrebbero anche annunciarsi ogni tanto.

-Che cosa c’è?- chiede con evidente irritazione.

-Notizie dall’Università Imperiale… le nostre spie riferiscono la presenza di tre gaijin americani: il dottor Peter Corbeau, Anthony Stark e Janet Van Dyne.

Sul volto di Tsurayaba appare un sorriso maligno.

-Magnifico.- esclama –Se Stark è presente, allora la sua guardia del corpo deve essere vicina. Dobbiamo attirarla allo scoperto. Preparate un attacco in grande stile.

-Questo è contrario alle tradizioni… un ninja agisce nell’ombra e non si fa vedere.

-Ed è questo che vi chiedo. Alla diversione penseranno i miei uomini. Dai tuoi ninja mi aspetto che siano pronti ad impadronirsi del generatore e neutralizzare Iron Man… perché sapete come fare, vero?

Il “monaco” si inchina rispettosamente.

-Ovviamente sì, oyabun.- risponde.

Ottimo, pensa Matsu’o, Iron Man sarà il test perfetto per… per l’arma della mia vendetta.

 

 

Università Imperiale di Tokio.

 

Tony si fa largo tra la folla. Deve trovare il modo di scusarsi con Jan per quello che le ha detto. È stato indelicato e non occorreva che glielo rammentasse anche Pepper nella telefonata che hanno appena avuto per farglielo capire. La gente pensa che lui sia uno che non sbaglia un colpo con le donne, sarebbero sorpresi di scoprire quanto siano in errore. Quando si tratta di sesso o comunque legami superficiali, in effetti, non ha mai problemi, ma per il resto, nel campo delle relazioni interpersonali è una vera frana

Ehi, chi è quello che parla con Janet? Gli pare di conoscerlo. Americano, quasi certamente e… ma certo: è Peter Corbeau. È sceso da quella sua stazione spaziale finalmente? Ma che sta facendo: flirta con Jan? Calma Tony, si dice, è anche se fosse? Non sono affari suoi, Jan l’ha chiarito fin troppo bene.

Sta per avvicinarsi quando le vetrate esplodono letteralmente e uomini in tuta col volto coperto da un cappuccio si precipitano nella sala. Uomini della Mano? Ma non dovrebbero praticare le arti dell’inganno e della furtività?

Nella confusione che segue allo spettacolare ingresso degli uomini armati Tony si trova sbattuto in varie direzioni tra la gente che corre in preda al panico. Con un po’ di fatica riesce a defilarsi  mentre richiama l’armatura. Ci vogliono solo pochi istanti perché l’armatura stealth lo raggiunga e lo ricopra interamente.

 <<Bene… ora vediamo di risolvere questa cosa>>

 

Wasp reagisce immediatamente e si rimpicciolisce, fortunatamente il suo vestito è scollato sulle spalle e permette la fuoriuscita delle sue ali.

Qualcosa sibila sopra la sua testa: quella specie di disco pieno di punte, com’è che si chiama? Non importa, in fondo l’ha evitato. Questa gente è tosta, ma la sua piccola statura le dà un vantaggio.

Ehi… quel tizio con la spada sta minacciando Pete Corbeau, meglio evitare che sia fatto a fette. Il bio-pungiglione la sorprende sempre. Hank ha fatto davvero un bel lavoro a renderla capace di emettere quelle scariche. L’avversario è crollato al primo colpo. Jan si avvicina a Corbeau ma prima che possa fare qualcosa sente una specie di puntura al collo. Com’è possibile che qualcuno sia riuscito a colpirla proprio lì mentre è così piccola? È il suo ultimo pensiero prima di perdere i sensi. Non si accorge così di una mano che prontamente ne arresta la caduta e la infila in un contenitore di metallo.

Peter Corbeau si avvicina ma il ninja, lo colpisce col taglio della mano e lo sbatte contro un muro.

 

Iron Man corre verso la sala del generatore gravitazionale. Il fatto che si aspettasse qualcosa non ha affatto voluto dire che fosse pronto. Da quel che sa della Mano (e deve ammettere che è molto meno di quanto gli piacerebbe) si aspettava un tipo di attacco più sottile, ma va bene anche così. Questi ninja sembrano diversi da quello che ha incrociato alla Fujikawa Tower ma in fondo che ne sa lui di ninja? Per fortuna non sembrano preparati ad affrontare un uomo con un’armatura come la sua: le loro ridicole armi bianche sono del tutto inutili. Shuriken, sai, katane, non servono a nulla mentre loro cadono uno dopo l’altro sotto i colpi dei suoi repulsori o dell’uniraggio.

Ora deve… aspetta un momento… la teca del generatore antigravità è vuota, ma come hanno fatto? Qualcosa colpisce la sua armatura più o meno all’altezza di metà schiena.

Iron Man si volta di scatto ed è l’ultimo movimento che riesce a fare. Tutti i sistemi si spengono di colpo, l’energia cala bruscamente a zero e le fessure degli occhi si aprono.

<<Questo non è possibile, non può essere vero.>> esclama sorpreso mentre il ninja davanti a lui infila le punte del suo sai nelle fessure degli occhi. L’avvertimento è chiaro.

Un cappuccio viene calato sopra il suo elmetto e tutto si fa buio. Impotente come raramente si è sentito nella sua vita Iron Man viene sollevato e portato via.

 

 

Altrove

 

Rimosso il cappuccio, Iron Man si ritrova a fissare la punta di un sai acuminato pronto a trapassargli il cervello passando da una delle fessure per gli occhi.

-Conosci la storia dei ninja, americano? – chiede una voce maschile alle sue spalle. Iron Man non può voltarsi per guardarlo.

-Sono abituati a fronteggiare samurai in armatura che si credono invincibili. Tutto ciò che gli è necessario, è trovare un punto debole… e ce ne sono sempre.

La lama entra nel casco, fermandosi a pochi millimetri dall’occhio. Un battito di ciglia potrebbe costargli la pupilla.

<<Te la sai cavare, lo ammetto. Ma quelli come te lavorano meglio nell’ombra, colpendo alle spalle. Non penso che tu te la senta di affrontare i Vendicatori alla luce del sole>>

-E perché no? Forse è arrivato il momento per la Mano di reclamare il proprio posto nel mondo.

Camminando, l’uomo rientra nel campo visivo di Iron Man. Ora può vedere cosa tiene nella propria mano cibernetica: una scatola di metallo contenente Wasp. Ancora in abito da sera, le ali da vespa che spuntano dalla schiena sono intrappolate da un filo metallico e le mani sono bloccate da microscopiche manette. Matsu’o Tsurayaba sorride sadicamente a quella vista.

-Beh, che aspetti? È il momento del monologo del cattivo che spiega il suo grande piano – lo stuzzica Wasp.

-Sì, suppongo sia il mio ruolo, no? Dovrei spiegarvi il piano che trasformerà Matsu’o Tsurayaba da leader di una sezione della Mano a signore del mondo intero. Visto che non ci siete arrivati da soli, dovrei spiegare a cosa servono le tecnologie rubate...la camera criogenica, il rigeneratore cellulare, l’amplificatore neutrale, il generatore anti-gravitazionale.

-Hai anche intenzione di spiegarci perché hai rubato la pettinatura di Wolverine?

In tutta risposta, la mano robotica di Matsu’o si chiude stritolando la scatola di metallo e ciò che contiene.

<<Janet!!!>>

La superficie esterna dell’armatura si magnetizza all’istante, repellendo il metallo del sai. La luce torna a brillare sul petto e sul palmo delle mani di Iron Man.

Matsu’o Tsurayaba non si scompone. Due dozzine di ninja arrivano sul posto, uscendo dalle ombre come si addice alla loro leggenda.

<<Generatore secondario. I tuoi uomini non sono così bravi come pensi nel trovare i punti deboli>>

Una luce gialla brilla all’interno del pugno di Matsu’o, prima che l’arto cibernetico esploda sotto il potere di un bio-pungiglione alla massima potenza.

Wasp aumenta le proprie dimensioni ad una decina di centimetri di altezza, abbastanza perché Matsu’o possa vederla prepararsi ad un altro attacco altrettanto potente.

-Vogliamo vedere se hai qualche altra parte robotica che posso rompere?

La situazione è pronta a degenerare, ed Iron Man approfitta dei pochi secondi di calma per fare il punto della situazione. I suoi sensori non riescono a rilevare la posizione dei ninja (che usino un qualche tipo di magia?), ma anche solo ad occhio nudo può contarne una trentina.

La maggior parte di loro circonda una capsula di stasi costruita principalmente con tecnologia Stark-Fujikawa, e stanno già sguainando le proprie katana per lanciarsi all’attacco.

<<Ultimo avvertimento, Tsurayaba. Non farmi tirar fuori le armi pesanti>>

-Curioso. Stavo per darvi lo stesso suggerimento – risponde il criminale, schioccando le dita dell’unica mano che gli è rimasta.

Iron Man e Wasp sono pronti a tutto...ma non alla vista di due dozzine di ninja della Mano che commettono un suicidio rituale.

-Questo non è un buon segno, vero? – chiede Wasp.

-Non ne hai idea – risponde Matsu’o Tsurayaba.

L’essenza oscura dei ninja confluisce nella capsula di stasi come un fiume nero. C’è un istante di silenzio assoluto.

Poi la capsula esplode e l’intero edificio in cui si trovano inizia a tremare. Mille allarmi iniziano a scattare nell’armatura, che inonda Tony Stark di messaggi preoccupanti:

>>Rilevate scosse sismiche. Pressione in aumento esponenziale. Rilevata anomalia gravitazionale. Estrema cautela<<

L’energia oscura rientra nelle vene, e l’uomo può tornare a respirare. Fa un primo passo sui resti della capsula, e poi inizia a levitare.

Il suo volto è segnato dalle cicatrici rimaste dall’intervento, e come sul resto del corpo gli impianti cibernetici sono ben visibili.

Ma lo sguardo è vivissimo, così come l’odio per i Vendicatori su cui si posa il suo sguardo.

<<Graviton!>> lo riconosce Iron Man.

 

 

CONTINUA!

 

 

NOTE DEGLI AUTORI.

 

 

Non c’è molto da dire su quest’episodio, quindi diciamolo rapidamente:

1)      Matsu’o Tsurayaba (o Tsurabaya Matsu’o secondo il modo di indicare i nomi in Giappone) è un leader della Yakuza (Oyabun in Giapponese) che si è servito spesso dei killer della Mano. Il suo principale nemico è stato Wolverine. Nel corso della loro guerra privata Tsurayaba ha causato la morte del grande amore di Wolverine, Mariko Yashida (che incidentalmente era anche sorellastra per parte di padre di Silver Samurai e cugina di Sole Ardente) che per questo motivo gli ha mozzato la mano destra. Tra i nemici di Tsurayaba, almeno in MIT, c’è anche Elektra ma non è ancora chiaro il perché.

2)      Questa storia si svolge dopo Capitan America #51/53 e quasi in contemporanea con Iron Man #52.

Prossimamente: Graviton… e abbiamo detto tutto. -_^

 

                                                                                               

Carlo & Fabio



[1] Come narrato in Capitan America MIT #51/53.

[2] Ovvero nello scorso episodio. -_^

[3] In Occhio di Falco #15.

[4] Henry Pym alias Ant Man, Giant, Man, Golia, Calabrone.

[5] L’Inferno non ha una furia paragonabile a quella di una donna offesa. “The mourning bride”, di William Cosgrove, Atto III Scena VIII, spesso erroneamente attribuita a Shakespeare.

[6] Avengers Vol. 1° #224 (In Italia su Capitan America & I Vendicatori #12).